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Ci sono molte ragioni per le quali raccolgo i vecchi calcolatori. Di seguito proverò a spiegare i motivi più importanti.
La motivazione più importante per la quale raccolgo
computers vecchi è la nostalgia. Quando ero all'inizio della mia attività
commerciale di componenti elettronici (1972), ho cercato di
meccanizzare la gestione della mia piccola azienda con un computer,
da allora sono stato
stupito da questa macchina magica, ed ho cominciato a leggere e studiare
l'hardware, ed il sistema di programmazione; tanta era la mia conoscenza
che ho iniziato a commercializzare questo nuovo prodotto.
Un'altra motivazione importante per cui raccolgo
queste macchine obsolete, è che desidero
conservare la tecnologia che sparirebbe se non facessimo nulla per
impedirlo. Lo sviluppo dell'industria del calcolatore sta avanzando ad alta velocità
con tecnologie sempre più moderne. Le macchine vecchie
possono essere completamente dimenticate se non facciamo nulla per
conservarle. I calcolatori oggi sono una parte molto importante della vita della
società, e non bisogna dimenticare la loro storia.
Ci sono milioni di collezionisti al mondo, che raccolgono di
tutto, dai francobolli alle figurine, dalle automobili agli aeroplani ecc..
Sia che siano francobolli o automobili probabilmente il collezionista
desidera una collezione
completa. Il collezionista del francobollo desidera spesso ottenere una serie
completa ed il collezionista dell'automobile ogni
modello di una marca.
Anche se per me non è essenziale, è piacevole ottenere alcune marche di vari produttori
Molti
computer visibili su questo sito
fanno parte della mia piccola raccolta.
Forse
un giorno si potrà allestire un piccolo museo e vederli funzionanti.
Generoso
Nobile

Il primo computer della storia
Furono
gli inglesi a creare il primo computer programmabile durante la seconda
guerra mondiale. Lo scopo di questa macchina era quello di decifrare i
messaggi segreti dei tedeschi. Pare che le decifrazioni di questo arcaico
computer furono determinanti per la vittoria finale.
Il nome di questo calcolatore a valvole era denominato Colossus e
smentisce tutti coloro che credono che fu l`ENIAC, costruito dagli
americani nel 1946, il primo computer della storia.
Il contributo di Colussus alla vittoria finale fu così importante che
alla fine della guerra Churchill lo fece distruggere e impose il segreto
di Stato sull’intera vicenda: nessuno doveva sapere come gli alleati
avevano vinto la battaglia dell’informazione. Nel caso ce ne fosse stato
nuovamente bisogno. E’ stato probabilmente uno dei segreti meglio
custoditi di tutta la Seconda Guerra Mondiale ed è stato necessario
attendere gli anni ’70 perché l’esistenza del misterioso computer
venisse alla luce grazie a un’indiscrezione. Oggi, dopo più di mezzo
secolo, Colossus è stato fedelmente ricostruito nello stesso luogo dove
venne utilizzato, a Bletchley Park, a nord di Londra, a metà strada tra
le università di Oxford e di Cambridge. Qui, a partire dal 1939, il
governo inglese aveva riunito i più brillanti matematici delle due
università, tra i quali il leggendario Alan Turing, padre
dell’intelligenza artificiale. Facevano parte dello staff anche
latinisti, egittologi, campioni di scacchi e di parole crociate. Il loro
compito era quello di decifrare le comunicazioni dell’esercito nemico.I
tedeschi, per criptare le trasmissioni, utilizzavano una macchina
particolarmente efficiente, la Lorenz SZ42, in grado di generare un numero
di chiavi di codifica nell`ordine di 10131, cioè 10 seguito da 130 zeri:
indecifrabile, pensavano i tedeschi. Ma si sbagliavano.
Già nel 1940 gli inglesi avevano cominciato a intercettare dei segnali
criptati. Decifrarli, però, si era rivelato più difficile del previsto e
i cacciatori di codici di Bletchley non facevano grandi progressi. Fino a
quando i tedeschi non commisero un errore fatale.
Il 30 agosto del 1941 un operatore che agiva dalla Grecia aveva appena
trasmesso un messaggio particolarmente lungo quando il suo corrispondente
gli segnalò di averlo ricevuto male e che quindi era necessario
ricominciare da capo. Molto innervosito il trasmettitore inviò nuovamente
la stessa sequenza di dodici nomi per la configurazione di partenza e
quindi lo stesso testo. Quando gli inglesi ebbero intercettato i due
messaggi consecutivi di lunghezza simile, con la stessa configurazione
iniziale, sospettarono di aver messo le mani su un tesoro. Intuendo
l`inizio del primo testo inviato - la disciplina dell`esercito tedesco
voleva che tutti i messaggi iniziassero con la parola > (numero del
messaggio) - poterono decifrare la parte corrispondente della sequenza e
risalire a più di un migliaio di caratteri maschera.
In quel momento gli inglesi avevano in mano la chiave per
"aprire" le comunicazioni cifrate nemiche. Ma si trattava di un
lavoro molto complicato. Muniti solo di carta e penna impiegavano
settimane per decifrare un messaggio: un tempo troppo lungo, che rendeva
l’informazione ottenuta praticamente inutilizzabile. Tra di loro si
trovava anche un matematico, Max Newman, meno dotato a livello di capacità
di calcolo mentale dei suoi colleghi. Per compensare questo handicap
Newman pensò di automatizzare la decodifica dei messaggi tramite
un’apparecchiatura elettronica e, messo a punto il progetto, lo presentò
a un geniale ingegnere del laboratorio delle poste britanniche, Tommy
Flowers, che in nove mesi riuscì a realizzare un calcolatore a valvole in
grado di effettuare calcoli matematici ad una velocità impensabile per
quei tempi. A causa delle sue dimensioni venne battezzato Colossus.
Nel Natale del ’43 la macchina venne trasferita a Bletchley Park. Il
computer decifrò il suo primo messaggio, con estrema facilità, nel
gennaio del ’44 e non fu mai più spento fino alla fine della guerra. Il
"colosso" aveva una memoria volatile di appena 25 bit, ma la sua
logica binaria era particolarmente adatta per decodificare i testi cifrati
dalla macchina di Lorenz e riduceva i tempi da diverse settimane a pochi
giorni. Il successo del sistema fu tale che ben presto altri nove computer
a valvole vennero costruiti tra il gennaio e il giugno ’44.Ritornata la
pace, otto di loro vennero smontati, mentre due rimasero al servizio di
sua Maestà Britannica fino al 1960 prima di subire la medesima sorte.
A ricostruire Colossus è stato Tony Sale, ex cacciatore di spie e geniale
tecnico informatico, che è riuscito nell’impresa avvalendosi solo di
qualche vecchia foto e di alcune testimonianze. Oggi il computer fa bella
mostra di sé in una sorta di museo a lui dedicato. E’ formato da due
armadi lunghi sei metri e larghi 2,5, posti uno di fronte all’altro. Il
suo cervello è composto da 2.500 valvole. Gli inglesi, grazie a Colossus,
sono riusciti a decifrare tutti i codici segreti tedeschi in un solo anno
e lo storico Harry Hinsley valuta che le informazioni raccolte in questo
modo hanno permesso di ridurre la durata della guerra di almeno due anni.
di:
Edoardo Capuano
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