AL
TIGLIO DI
SIETI
E’
quella meraviglia che straripa,
sui volti della gente, a darti
vita;
che compita l’incanto che collega
ogni tua foglia al cuore
della terra.
Quando
la luna pencola tra i rami,
accende i sogni, lasciati a maturare,
ed
a chi
spera, la tua veste appare
più
ricca di
un abete
di Natale.
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E
nel lucore
dell’ impietrata,
al vento
della sera, con le foglie,
sciamano fino all’alba, peregrine,
le ombre
di chi cerca eternità.
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Nello
stormire, ricorda quel
poeta
che cospargea di fiori d’altro tiglio,
teneramente, i
capelli dell’amata:
era Sergey, nell’Asia sonnolenta.
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Su
questo tabernacolo
di legno,
ove serbi la storia del tuo borgo,
d’amore, come a una tardiva
patria, oggi,
mi onoro di lasciare un segno.
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Angela Furcas
( Agosto ’04)
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